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Web, Internet e New media | di Sbertani

EAT e EEAT: i modelli di valutazione di Google per verificare e premiare la qualità dei siti indicizzati

Quando generalmente si parla di SEO, e quindi dei processi di indicizzazione sui motori di ricerca, molto spesso si affronta l'argomento limitandosi alle classiche parole chiave e come sceglierle su base statistica. Ma è corretto questo approccio?

Proviamo a rispondere a questa domanda prendendo in esame le politiche di Google, il principale motore di ricerca al mondo.

Negli anni, Google ha migliorato le modalità di ricerca dei contenuti sulla rete in modo da presentare risultati, e quindi contenuti, sempre più pertinenti e utili per gli utenti. Per fare questo, non tutti sanno che le ricerche vengono sottoposte a una rigorosa procedura di valutazione da parte di personale umano, i Quality Rater di Google, al fine di analizzare i risultati e decidere se implementare o meno dei correttivi agli algoritmi di selezione e ranking.

Come dichiarato da Google: "Al fine di garantire un approccio coerente, pubblichiamo le linee guida per i valutatori della qualità della Ricerca per fornire ai valutatori stesse istruzioni ed esempi di valutazioni appropriate. Sebbene la valutazione della qualità dei risultati possa sembrare semplice, vi sono molti casi difficili su cui riflettere e pertanto questo feedback ha un'importanza fondamentale per assicurarci di mantenere risultati di qualità elevata per gli utenti".

L’acronimo EAT rappresenta il principio utilizzato dai valutatori per determinare la qualità dei risultati di ricerca: non è un fattore di ranking e non incide direttamente sul posizionamento, ma è un criterio per capire se un contenuto pubblicato in un sito web possa essere considerato di qualità. Un aspetto certamente importante se parliamo di settori che rientrano nella categoria YMYL (Your Money or Your Life) che riunisce temi sensibili quali la salute, l'economia, i servizi di informazione o legali che possono incidere pesantemente sulle scelte e sulla vita delle persone.

EAT sta per Expertise (competenza), Authoritativeness (autorevolezza) e Trustworthiness (affidabilità) ma da qualche mese Google ha aggiornato queste linee guida aggiungendo un'ulteriore "E", introducendo di fatto il concetto di Experience (esperienza), in pratica la misura anche in termini di anni di lavoro su un determinato argomento.

Il nuovo acronimo EEAT rappresenta pertanto oggi i quattro pilastri utilizzati da Google per valutare la qualità dei contenuti di un sito web indicizzato.

Cosa fare allora?

In tema di Experience, venendo esaminata l'esperienza di un autore in un determinato settore attraverso la durata della sua attività, certamente un sito longevo ha più probabilità di essere premiato rispetto a un sito appena inaugurato. Può essere utile pubblicare regolarmente contenuti dall’alto profilo contenutistico attraverso, magari, un blog in modo da istruire il motore di ricerca sul fatto che lavoriamo da tempo su un dato argomento.
Parlando invece di Expertise, gli algoritmi tentano di verificare se le informazioni contenute sul sito sono create da personale qualificato e con il necessario grado di competenza. In questo caso pubblicare curriculum vitae, lavori proprietari e sezioni descrittive sul nostro percorso formativo è alquanto utile.
In tema di Authoritativeness, viene valutata l'autorevolezza dell'autore attraverso l'analisi delle relazioni in corso con altri siti web e utenti dall'autorevolezza già verificata. In questo caso l’utilizzo di social collegati al sito web oggetto di indicizzazione e l’utilizzo dei cosiddetti backlink sono pratiche molto utili.
Infine, in tema di Trustworthiness, vengono presi in considerazione sia i contenuti pubblicati sia gli aspetti tecnici relativi alla sicurezza del sito come il certificato SSL. Quest’ultimo aspetto andrebbe approfondito visto che gli algoritmi di Google premiamo molti aspetti tecnici come la leggibilità e la visualizzazione ottimizzata su smartphone.

Come detto, sono principi che non incidono direttamente sul ranking ma, tenendo conto che rappresentano le linee guida per le valutazione dei Quality Rater di Google per addestrare gli algoritmi di ricerca, è ragionevole pensare come un autore di contenuti debba tenerli seriamente in considerazione. Del resto, pare corretto pensare anche agli utenti che certamente si aspettano come risultati delle loro ricerche contenuti scritti da autori competenti, autorevoli e affidabili.

A lungo andare, ragionare in termini di SEO tenendo conto anche del modello EEAT ci aiuta a scalare le classifiche e salire a livello di indicizzazione. Non è una garanzia, non sostituisce le classiche tecniche SEO ma certamente seguire le politiche di valutazione di Google è un ottimo approccio e punto di partenza per le nostre strategie web.

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Aggiornato il 26-09-2023

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