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Web, Internet e New media | Post di Sbertani

Possiamo utilizzare Google Analytics per analizzare i dati di navigazione del nostro sito web?

Ultimamente è la domanda che più spesso mi sono sentito rivolgere da chi sta sviluppando un sito web per la propria impresa. Questo perché, quando si tratta di operare attraverso un'attività imprenditoriale, lo studio dei dati - e in questo caso di quelli relativi alle attività svolte dai nostri clienti online - diventa fondamentale per costruire una strategia di marketing efficace.

Ma innanzitutto, cos'è Google Analytics (GA4)?
Google Analytics è una piattaforma di analisi gratuita delle attività web prodotta da Google. Gli sviluppatori, e quindi proprietari di qualsiasi sito o applicazione che opera su Internet, possono affidarsi a GA per tracciare i dati e il comportamento dei loro utenti per procedere, a valle di un'analisi specifica, con l'ottimizzazione del sito, la generazione di offerte mirate eccetera.

Il processo di tracciamento prevede però una raccolta di dati, alcuni di questi considerati dai Garanti della privacy europei come dati personali privati degli utenti. Da qui nasce il problema di risultare conformi al GDPR prima di attivare qualsiasi strumento di analisi.

L'utilizzo di Google Analytics 4 in Europa (si parla in questo caso solo di GA4) è certamente possibile ma richiede attenzione per risultare conformi al GDPR. In alcuni casi questo "sforzo" di "adattamento" potrebbe non essere giustificato.

Lo scrive proprio Gemini, l'IA di Google in risposta ad una specifica mia domanda: "l'utilizzo di Google Analytics comporta il trasferimento di dati degli utenti al di fuori dell'UE".

Ricordo che il titolare del sito web - e quindi dell’impresa proprietaria - è l'unico responsabile e pertanto a lui viene assegnato il compito di garantire che i dati raccolti siano gestiti nel rispetto della normativa.

Senza entrare troppo nello specifico, GA inserisce due cookie nei browser degli utenti per identificare direttamente o indirettamente un utente. Parlando di indirizzi IP, è vero che GA nella versione 4 rende anonimi gli indirizzi degli utenti e fornisce solo dati approssimativi di geolocalizzazione, ma i dati raccolti possono essere incrociati con altri dati riuscendo così a mappare i comportamenti e le esperienze di navigazione permettendo anche attività di profilazione (finalizzata a mostrare o inviare offerte mirate).

Che si utilizzi i cookie, l'IP anonimizzato o, ultimanente , anche lo User-id assegnato dal nostro sito per tracciare gli utenti, questa attivìtà necessita di preventiva autorizzazione da parte dell'utente, cosa che rende potenzialmente inutile un qualsiasi tipo di tracciamento. Quanti autorizzano?

Mi sento pertanto di consigliare GA per siti web ed app con accessi numerosi tanto da giustificare sia l'adeguamento normativo, sia mitigare l'eventuale ridotta sussistenza dei risultati a causa di una mancata autorizzazione da parte degli utenti.

Nel caso si volesse procedere ugualmente?

Innanzitutto è necessario inserire questa attività nel piano privacy generale dell'azienda, e pertanto nel Registro dei trattamenti, predisponendo la relativa informativa che dovrà tenere conto dell'invio dei dati all'estero.
Dovrà quindi essere effettuata una valutazione attenta del rischio derivante, in particolare considerando fattori come la natura dei dati, il paese di destinazione e le misure di sicurezza adottate da dai sistemi - in questo caso - di Google.

Fatto questo, il titolare dovrà adottare e quindi integrare una delle misure di salvaguardia previste dal GDPR, come le clausole contrattuali standard (SCC) approvate dalla Commissione Europea o, in casi specifici specialmente nel caso di multinazionali, le Binding Corporate Rules (BCR) approvate da un'autorità Garante per la protezione dei dati.

Successivamente richiedere autorizzazione esplicita all'utente prima di ogni attività di tracciamento. Questa potrà essere raccolta tramite i classici banner - collegati alle relative e dettagliate informative privacy e cookie - che raccolgono il consenso tramite funzione di "opt-in" e permettono di annullarlo in qualsiasi momento tramite la funzione di "opt-out". L'informativa dovrà indicare il paese di destinazione dei dati, le misure di salvaguardia adottate e i diritti degli interessati in relazione al trasferimento, tutte informazioni che il titolare del sito web dovrà tenere traccia.

Il GDPR garantisce agli utenti europei il diritto di essere pienamente informati. Ciò significa che le informative sulla privacy e sui cookie, con le relative politiche a monte, dovranno risultare accurate e conformi in modo che gli utenti possano conoscere tutti gli aspetti che riguardano i loro dati.

Il titolare dovrà quindi monitorare regolarmente l'adeguatezza delle misure di salvaguardia adottate e, nel caso, rivedere periodicamente le politiche e le procedure relative al trasferimento di dati.

Ma a questo punto mi sorge spontanea una domanda. Se tutto questo poi è soggetto al consenso degli utenti, che detto tra noi potrebbero anche non concederlo così facilmente, ha senso per un classico sito web standard informativo? Forse no, almeno fino a quando, al netto del protocollo tra USA e UE denominato "Data Privacy Framework" in evoluzione, qualcosa non cambi andando verso una semplificazione permessa, magari, da nuove tecnologie.

In alternativa esistono diversi sistemi di monitoraggio "cookieless" che non usano cookie, non trasferiscono dati a terzi ma forniscono comunque una base di dati importante e sufficiente da analizzare. Come per tutte le cose, la scelta se installare o meno sistemi più o meno complessi come Google Analytics dipende dagli obiettivi che ci poniamo e dalle nostre specifiche esigenze. Per siti di ecommerce rivolti ai consumatori, certamente sono uno strumento forse irrinunciabile.

Dove si andrà in futuro?

Certamente Google con il nuovo Google Consent Mode (GCM), un sistema che prevede che sia direttamente Google a gestire i consensi degli utenti, potrebbe indicare una nuova strada e quindi un rilancio per GA anche per piccoli siti web. Certamente sono funzionalità importanti che richiedono comunque l'intervento di personale qualificato. Soprattutto a livello di privacy. Non sottovalutiamo questo aspetto, magari rivolgendoci preventivamente ad un esperto in materia sia per l’adeguamento della nostra priviacy, sia per configurare correttamente GA.


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Aggiornato il 05-04-2024

Commento di Sbertani

Google comunica che dal 1° luglio 2024 Google Analytics 4 sostiturà Universal Analytics. Verranno quindi disattivati tutti i servizi e tutte le API di Universal Analytics e le relative proprietà non saranno più accessibili. Si consiglia pertanto di consultare le informative di Google per procedere, per chi fosse interessato e fatto salvo quanto indicato in tema di GDPR, con la migrazione.

Pubblicato il 04-04-2024

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