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Strategia e Organizzazione | di Sbertani

L’analisi “pre-mortem” per prendere decisioni strategiche migliori

L’analisi “pre-mortem” è una teoria esposta dal prof. Gary Klein, psicologo americano divenuto famoso per le ricerche pionieristiche nel campo del processo decisionale.

In un contesto medico, le cosiddette autopsie permettono di scoprire le cause che hanno portato al decesso una persona. Certamente informazioni che vanno a beneficio della scienza, magari dei famigliari ma certamente non della persona passata a miglior vita.

Analogamente, quando prendiamo una decisione per avviare un progetto, nel caso di fallimento ci attiviamo per scoprire le cause o gli eventi (interno o esterni) che hanno portato all'insuccesso, cercando magari di imparare da questo per correggerci e riprovarci in futuro. Ma il tempo è passato, l’occasione svanita e il paziente è deceduto.

Un’analisi “pre-mortem”, in un contesto di business, si svolge all'inizio di un progetto in modo che lo stesso possa essere migliorato ancora prima di partire. A differenza di una tipica sessione di analisi critica, in cui i membri del team di un progetto si chiedono cosa potrebbe andare storto, l’attività di “pre-mortem” opera sul presupposto che il “paziente” (quindi il progetto) sia già morto (fallito). Si ripercorrono mentalmente a ritroso le tappe producendo unicamente ragioni plausibili dell’avvenuto fallimento. Incredibilmente emergono criticità che possono essere così preventivamente affrontate e superate.

Questa analisi legittima oltretutto le perplessità dei collaboratori “timidi” che così si sentono “autorizzati” a dare il proprio parare specialmente in presenza dei proponenti che, a causa del loro entusiasmo e spesso della loro “positiva” carica carismatica trascurano possibili minacce o difficoltà nascoste.

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Pubblicato il 25-05-2020

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