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Marketing e Comunicazione | Post di Admin

La "strana" storia delle scarpe andate a ruba

"Non capisco proprio chi le compra": probabilmente la maggioranza delle persone sta pensando questa cosa.

Ognuno ovviamente è libero di comprare il prodotto che desidera ma è innegabile come il fenomeno delle scarpe Lidl sia proprio interessante.

Proposte a pochi euro con colori "improbabili" è andata a ruba in pochissimo tempo, diventando un prodotto virale sul web. Si narra che su Internet si possano trovare a cifre esorbitanti. Un vero successo!

E' stato un risultato capitato per fortuna e quindi caduto dal cielo oppure una strategia di marketing ben congegnata da esperti manager? La risposta è scontata.

Lidl, come ogni grande azienda, conosce perfettamente il proprio pubblico: una parte preponderante è composta da una clientela "basso spendente" alla quale si aggiunge, entro certi limiti, una parte del ceto medio e qualcuno più ricco ma che ama la spesa di "tendenza" o di "contro-tendenza" a seconda delle vedute.

Il conoscere la propria clientela è fondamentale in ogni contesto, anche quando parliamo di micro imprese o di liberi professionisti. Parlando di Lidl sappiamo che il suo posizionamento è risultare il supermercato dai prezzi bassi, che non vuol dire di bassa qualità, che propone marche di prodotti "meno note".

Parlando invece delle scarpe, devo dire che sono proprio poco eleganti. Forse addirittura ridicole. E questa cosa è voluta. Per realizzarle, l'azienda ha coinvolto designer, esperti, consulenti, ha trovato partner per la loro produzione e successiva commercializzazione. Non è pensabile, per qualsiasi azienda, immaginare che tutto questo possa essere frutto del caso, e venga realizzato senza soffermarsi nemmeno un attimo al design del prodotto, visto che oltretutto andrà a rappresentare e promuovere il brand.

Ammettiamolo, se fossero state scarpe belle non avrebbero riscosso lo stesso effetto! E sarebbero state fuori contesto e fuori focus in ottica di posizionamento.

Ma arriviamo al dunque, chi condividerebbe scarpe "anonime"?

Se vogliamo poi parlare del prezzo, tenendo in considerazione i concetti sopra espressi, è scontato che il costo debba essere basso. Bisogna essere coerenti no?

E cosa manca per avviare la rincorsa al prodotto? I pochi pezzi messi in vendita in ogni punto vendita. Lidl è stata oggettivamente geniale a immettere sul mercato un limitatissimo numero di scarpe. Chiunque potrebbe pensare che per promuovere il proprio brand la migliore strategia è inondare il mercato con il maggior numero di prodotti possibile. Banale.

Questa strategia "opposta" ha alimentato il fenomeno della corsa all'acquisto facendolo di fatto diventare un fenomeno virale. Lo sapete che il fenomeno del momento è la caccia ai prodotti più rari e una attività che nei giovani sta spopolando è proprio diventare "reseller" di questi prodotti a prezzi esorbitanti?

Ovviamente ci sono stati precedenti (e non parliamo dei reseller ma di strategie aziendali simili): una in negativo e una in positivo.
In positivo citiamo il lancio poco più di un anno fa dei Nutella Biscuits, in negativo la linea Decathlon poi sparita e sostituita con un brand proprietario. Provate a scoprire il perché.


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Pubblicato il 26-11-2020

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