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Società e Persone | Post di Sbertani

L'importanza di condividere le notizie, ma solo se sono state verificate

Da tempo stiamo assistendo ad un incremento importante di messaggi WhatsApp, email e post pubblicati sui vari social riguardanti temi di attualità, posti con particolare enfasi e pathos, e con lo stile della denuncia: "tra poco cancelleranno questo contenuto", oppure "non vogliono farcelo sapere" eccetera.

Purtroppo la maggior parte di queste comunicazioni contengono contenuti non verificati, sbagliati, pericolosi: sono le cosiddette fake news; e molti di noi, come sempre, veniamo presi dal solito sentimento altruista che ci porta alla condivisione "a tutti i costi" e iniziamo a martellare, come se non ci fosse un domani, tutti i nostri conoscenti.

Bisogna dire che non è proprio colpa nostra se ci caschiamo: i meccanismi che entrano in gioco, a partire dall'ideazione del messaggio fino a quelli che poi regolano i meccanismi di diffusione, si basano proprio sulla nostra predisposizione a credere a quello che ci viene raccontato. Siamo ingenui per natura, siamo fatti cosi.

Come evitare di cadere in errore diventando strumento inconsapevole di diffusione delle fake news? Per intenderci, come evitare di farci fregare dal "bufalaro" di turno?

Basta seguire queste quattro semplici indicazioni:

1) Innanzitutto quando riceviamo un messaggio e lo leggiamo, dobbiamo cercare di interpretarlo con senso critico: alcuni sono chiaramente improbabili, basta leggerli con attenzione. L'errore più comune, in questo caso, è proprio prenderlo per buono "dimenticandoci" tutto quello che fino a quel momento avevamo imparato dai canali ufficiali. Fermiamoci un attimo a riflettere prima di partire con la condivisione.

2) In secondo luogo cerchiamo di verificare se esiste un mittente, e non intendo l'amico o l'amica che lo ha girato, ma la fonte origine del messaggio. Se non è "firmato" in modo inequivocabile, meglio se da una testata o un'istituzione riconosciuta, molto probabilmente è un messaggio fake. E' il caso di alcuni "poster" di carattere sanitario non "firmati" dall'Istituto Superiore di Sanità , dal Ministero della Salute o dall'OMS. Potrebbe mai un'istituzione sanitaria emanare un decalogo senza "firmarlo" con il proprio logo? Una fonte autorevole potrebbe mai lasciare anonimo un proprio lavoro sul quale magari ha investito tempo e denaro? E' anche una forma di pubblicità .

3) Verifichiamo su Internet. Se non pretendiamo di essere i primi dell'universo ad averlo ricevuto, molto probabilmente quel messaggio sta girando da giorni. Ecco, basta cercare il titolo o l'oggetto su un qualsiasi motore di ricerca web per trovare professionisti che lo hanno approfondito e magari "sbufalato". E' un esercizio facile facile che facciamo tutti i giorni quando cerchiamo qualcosa che ci interessa. Facciamolo anche in questo caso, impareremo qualcosa di nuovo e risparmieremo, a noi e agli altri, del tempo prezioso.

4) Alla fine, se non siamo ancora convinti, cerchiamo sui siti di riferimento di quell'argomento. Un vero comunicato di tipo sanitario, per fare un esempio attuale, sarà sicuramente stato pubblicato in anteprima sui media di settore, sul sito delle autorità sanitarie o sui quotidiani di carattere nazionale. Se non lo trovate, un motivo ci sarà .

Per concludere, girate i messaggi, condividete i post e inoltrate le email solo se siete veramente sicuri del loro contenuto: cercate di non diventare "strumento" e ricordatevi che girare un messaggio fake potrebbero generare, inconsapevolmente, grossi problemi agli altri.


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Aggiornato il 07-03-2023

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