
Società e Persone | Post di Sbertani
L’utilizzo dell’Intelligenza artificiale generativa e il valore dei contenuti realizzati
L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, in particolare dei Large Language Models (LLM), ha sollevato un acceso dibattito sulla natura dell’autenticità e della creatività nella scrittura. Uno dei pregiudizi più diffusi è l’idea che affidarsi a un LLM per scrivere un testo significhi produrre automaticamente qualcosa di “falso” o “inautentico”. Questa convinzione, tuttavia, nasce da una comprensione superficiale del ruolo che l’intelligenza artificiale può svolgere nel processo creativo umano.
Sarà vero?
Associare quasi automaticamente l’uso degli LLM a un tentativo di “barare” o ad un contenuto ingannevoli equivale a dire che l’uso di un dizionario o di un elaboratore di testi rende un autore meno autentico.
In effetti la storia ci ha insegnato che gli strumenti di scrittura evolvono nel tempo: dalla penna al computer, dai correttori ortografici agli assistenti grammaticali, ogni innovazione ha sempre mirato a facilitare l’espressione del pensiero umano. L’AI generativa si inserisce in questo percorso, offrendo nuove possibilità per rendere più chiari, articolati ed efficaci i concetti che già appartengono all’autore.
Se un LLM viene usato per diffondere informazioni false o manipolate, la colpa non è dello strumento in sé, ma di chi lo impiega in modo scorretto o in malafede. Se così non fosse, sarebbe come accusare una calcolatrice di “barare” perché aiuta a risolvere un’equazione. Non il suo utilizzatore.
L’intelligenza artificiale non è dotata di senso critico o di capacità di discernere il vero dal falso, o le sue azioni, come farebbe un essere umano. È compito di chi la utilizza verificare le informazioni e garantire che il testo generato sia accurato e affidabile.
Un mezzo, non un fine: il parallelo con musica e cinema
Chi teme che l’uso dell’AI nella scrittura comprometta l’autenticità dimentica che in altri ambiti creativi la tecnologia ha sempre ampliato – e non ridotto – le possibilità espressive.
Pensiamo alla musica: una tastiera elettronica può riprodurre il suono di strumenti che un musicista non saprebbe suonare, ma ciò non rende meno autentica la sua composizione. Il risultato finale è comunque frutto della sua creatività, delle sue scelte armoniche e della sua sensibilità artistica. Non è lo strumento a decidere la melodia, ma l’artista.
Lo stesso accade nel cinema con gli effetti speciali. Se un regista utilizza la CGI per creare scenari fantastici o scene d’azione spettacolari, il suo film non diventa meno autentico. La tecnologia non rimpiazza la narrazione, la regia o la visione artistica, ma offre strumenti per raccontare storie in modi nuovi e più coinvolgenti.
La tecnologia non determina l’autenticità
Il fatto che un testo sia stato scritto con l’aiuto di un LLM, che un brano musicale sia stato arricchito da un sintetizzatore o che un film utilizzi effetti speciali 3D non implica che dietro non ci sia un pensiero autentico. Né tantomeno significa che si tratti di una fake news.
L’autenticità di un’opera dipende dall’intenzionalità e dal controllo creativo di chi la realizza, non dagli strumenti utilizzati per produrla. Non a caso le “etichette” che vengono inserite all’interno delle immagini create con applicazioni di AI indicano l’utilizzo della tecnologia utilizzata non l’autenticità o meno dell’opera rappresentata.
Qual è pertanto lo scopo di capire se un testo è stato scritto da una AI, se non in ambito accademico e scolastico o nel caso di divulgazione massiva di articoli spam?
In definitiva, il problema non è l’AI in sé, ma l’uso che ne viene fatto. Gli LLM non sono generatori automatici di disinformazione, così come un sintetizzatore non rende la musica meno artistica e la CGI non annulla la creatività del cinema. Come non rende meno efficace uno studio medico o una ricerca scientifica che ha utilizzato modelli di intelligenza artificiale per accelerare l’analisi di miliardi di dati.
Sono strumenti, e come tutti gli strumenti, il loro valore dipende da chi li utilizza.
Sarà vero?
Associare quasi automaticamente l’uso degli LLM a un tentativo di “barare” o ad un contenuto ingannevoli equivale a dire che l’uso di un dizionario o di un elaboratore di testi rende un autore meno autentico.
In effetti la storia ci ha insegnato che gli strumenti di scrittura evolvono nel tempo: dalla penna al computer, dai correttori ortografici agli assistenti grammaticali, ogni innovazione ha sempre mirato a facilitare l’espressione del pensiero umano. L’AI generativa si inserisce in questo percorso, offrendo nuove possibilità per rendere più chiari, articolati ed efficaci i concetti che già appartengono all’autore.
Se un LLM viene usato per diffondere informazioni false o manipolate, la colpa non è dello strumento in sé, ma di chi lo impiega in modo scorretto o in malafede. Se così non fosse, sarebbe come accusare una calcolatrice di “barare” perché aiuta a risolvere un’equazione. Non il suo utilizzatore.
L’intelligenza artificiale non è dotata di senso critico o di capacità di discernere il vero dal falso, o le sue azioni, come farebbe un essere umano. È compito di chi la utilizza verificare le informazioni e garantire che il testo generato sia accurato e affidabile.
Un mezzo, non un fine: il parallelo con musica e cinema
Chi teme che l’uso dell’AI nella scrittura comprometta l’autenticità dimentica che in altri ambiti creativi la tecnologia ha sempre ampliato – e non ridotto – le possibilità espressive.
Pensiamo alla musica: una tastiera elettronica può riprodurre il suono di strumenti che un musicista non saprebbe suonare, ma ciò non rende meno autentica la sua composizione. Il risultato finale è comunque frutto della sua creatività, delle sue scelte armoniche e della sua sensibilità artistica. Non è lo strumento a decidere la melodia, ma l’artista.
Lo stesso accade nel cinema con gli effetti speciali. Se un regista utilizza la CGI per creare scenari fantastici o scene d’azione spettacolari, il suo film non diventa meno autentico. La tecnologia non rimpiazza la narrazione, la regia o la visione artistica, ma offre strumenti per raccontare storie in modi nuovi e più coinvolgenti.
La tecnologia non determina l’autenticità
Il fatto che un testo sia stato scritto con l’aiuto di un LLM, che un brano musicale sia stato arricchito da un sintetizzatore o che un film utilizzi effetti speciali 3D non implica che dietro non ci sia un pensiero autentico. Né tantomeno significa che si tratti di una fake news.
L’autenticità di un’opera dipende dall’intenzionalità e dal controllo creativo di chi la realizza, non dagli strumenti utilizzati per produrla. Non a caso le “etichette” che vengono inserite all’interno delle immagini create con applicazioni di AI indicano l’utilizzo della tecnologia utilizzata non l’autenticità o meno dell’opera rappresentata.
Qual è pertanto lo scopo di capire se un testo è stato scritto da una AI, se non in ambito accademico e scolastico o nel caso di divulgazione massiva di articoli spam?
In definitiva, il problema non è l’AI in sé, ma l’uso che ne viene fatto. Gli LLM non sono generatori automatici di disinformazione, così come un sintetizzatore non rende la musica meno artistica e la CGI non annulla la creatività del cinema. Come non rende meno efficace uno studio medico o una ricerca scientifica che ha utilizzato modelli di intelligenza artificiale per accelerare l’analisi di miliardi di dati.
Sono strumenti, e come tutti gli strumenti, il loro valore dipende da chi li utilizza.
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Aggiornato il 31-01-2025