IT ed ecosostenibilità

Normative | Post di Sbertani

Legge di Bilancio 2025 e relativi investimenti nell'hardware e software in azienda: cosa cambia

Negli ultimi anni, il panorama imprenditoriale italiano è stato profondamente influenzato dalle politiche di incentivi per la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica introdotte dal Piano Industria 4.0 e successivamente dal Piano Transizione 4.0.

Questi strumenti, lanciati con l’obiettivo di sostenere le imprese nel processo di trasformazione digitale, hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione, fornendo crediti d'imposta per l'acquisto di beni strumentali, sia materiali che immateriali, con un focus anche sui cosiddetti software gestionali, ERP e relative soluzioni verticali.

Tuttavia, con l'approvazione della Legge di Bilancio 2025, molte delle agevolazioni previste con il Piano Transizione 4.0 sono state ridotte o riformulate.

In particolare, è stato eliminato il credito d'imposta per l'acquisto di beni immateriali come i software, decisione che porterà inevitabilmente gli imprenditori a rivedere le loro strategie di investimento. Contestualmente, è stato fissato un tetto di spesa di 2,2 miliardi di euro per i beni materiali, il cosiddetto "hardware", limitando così le risorse disponibili. Sugli aspetti "tecnici" vi rimando a professionisti della materia in quanto sono state introdotte deroghe e relative limitazioni.

Cosa cambierà in futuro?

Il Piano Transizione 5.0, introdotto sempre con la Legge di Bilancio 2025 e che opererà in parallelo nei prossimi mesi, rappresenta un’evoluzione del precedente Piano Transizione 4.0 in quanto punta a un duplice obiettivo: sostenibilità ambientale e digitalizzazione avanzata. Si inserisce nella strategia europea di transizione ecologica e tecnologica, con l'intento di rendere le imprese italiane più innovative, competitive ma soprattutto sostenibili.

Per semplificare, il Piano 5.0 prevede di finanziare solo progetti che consentono, in modo diretto, una riduzione dei consumi energetici, dimostrando di essere funzionali all'efficientamento energetico dell'azienda, garantendo almeno una riduzione del 3% a livello generale o del 5% per i processi specifici interessati dall'investimento.

Il Piano Transizione 5.0 è valido per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 fino a scadenza, e si presenta come un’opportunità strategica per le imprese italiane di abbracciare innovazione e sostenibilità, trasformando le sfide della transizione ecologica e digitale in un vantaggio competitivo. Ma sarà così?

Per i fornitori di alcune tipologie di software potrebbe rappresentare un passo indietro rispetto al Piano precedente. Infatti sono soggetti all'agevolazione i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti capaci di garantire il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding).

I software relativi alla gestione di impresa, in pratica tutti gli altri, sono assoggettabili se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui al punto precedente e quindi se considerati trainanti per il raggiungimento degli obiettivi del Piano.

Come però riporta la recente ricerca “L’intelligenza artificiale nei software gestionali” condotta da AssoSoftware con SDA Bocconi School of Management, i software gestionali sono fondamentali per portare i vantaggi garantite dall'IA nel lavoro quotidiano delle aziende. Perché ridurre i finanziamenti diretti a queste tipologie di software?
Tra l'altro, questo approccio dovrebbe valere anche le applicazioni di cybersecurity che però, per risultare ammissibili, devono anch'esse contribuire al raggiungimento degli stessi obiettivi "ecologici". A mio modo di vedere, anche questi applicativi andrebbero supportati maggiormente per incentivare l'implementazione di politiche di sicurezza avanzate nella gestione dei rischi informatici. Ma rimane il mio pensiero.

Il Piano Transizione 5.0 potrebbe però risultare anche un'opportunità per i produttori di software, se capaci di trovare e quindi proporre soluzioni innovative che concorrono a migliorare l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale dei loro clienti. Posizionandosi come partner strategici e contribuendo a traghettare le aziende verso un futuro più digitale, sicuro ma anche sostenibile. Vedremo.

Nel frattempo chi deve acquistare software cosa può fare? Certamente, se l'intento è accedere alle agevolazioni e agli incentivi, diventa essenziale valutare quelle soluzioni capaci di favorire sia la trasformazione digitale sia l'efficienza energetica.

Data la complessità e le specificità del Piano Transizione 5.0 e dell'intera materia fiscale, il mio consiglio è assolutamente quello di consultare un esperto o una società specializzata. La normativa in materia è complessa e spesso si presta a interpretazioni. Anche per una valutazione sull'ammissibilità di specifici investimenti, è sempre consigliabile rivolgersi a un consulente o consultare le guide ufficiali.

Letture: 91 | Allegati: 0
Aggiornato il 24-01-2025

Commento di Sbertani

Si consiglia anche di verificare eventuali Decreti che introducono investimenti nel comparto tecnologico, come nel caso del decreto “Investimenti sostenibili 4.0” che si pone l'obiettivo di supportare la trasformazione tecnologica e digitale delle micro, piccole e medie imprese delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Per info LINK

Aggiornato il 23-01-2025

Post per categoria