Verità o finzione per piacere a tutti

Società e Persone | di Sbertani

Leadership efficace: l’importanza di dire la verità contro il bisogno di voler piacere a tutti

Il desiderio di piacere a tutti è un ostacolo insidioso, specialmente per chi guida un’impresa. Recentemente, leggendo un articolo di ManagerItalia, ho riflettuto sul mio percorso professionale e sull’importanza di un approccio adeguato nei ruoli strategici.

All’inizio della mia carriera cercavo di piacere a tutti: collaboratori, clienti, colleghi. Pensavo che risultare accomodante e sempre disponibile fosse il modo giusto per ottenere risultati per me e il mio datore di lavoro. I consulenti si approcciano così, pensavo.

Invece di prendere decisioni difficili, o consigliarle a seconda del mio ruolo nei vari progetti che mi vedevano coinvolto, cercavo di evitare i conflitti utilizzando approcci più delicati per non scontentare nessuno. Certamente con buoni risultati ma non era la strada giusta e il massimo che si potesse fare.

Tuttavia, nel tempo, mi sono reso conto che questo approccio finiva per rallentare la mia crescita e minare la mia autorevolezza professionale. Diventavo strumento, allontanadomi dai desiderata iniziali, lasciando spazio per chiunque volesse infilarsi e rallentare il mio lavoro.

Il tempo passa e si deve pur cresce e migliorare.

Oggi ho cambiato approccio. Non sono più un semplice consulente in prestito, ma un consigliere fidato che difende i progetti con competenza e onestà. Cerco di essere empatico e cortese, ma senza mai rinunciare ai principi etici e professionali.

Cerco certamente di essere gentile, educato ed empatico, ma con un obiettivo preciso: tutelare il mio lavoro e quello dell’impresa per la quale lavoro con competenza, esperienza e onestà intellettuale… senza se e senza ma.

L’articolo su ManagerItalia riportava una frase che riassume una verità profonda: “Se vuoi piacere a tutti, non essere un leader, vendi gelati”.

La chiave per una leadership di successo è la capacità di prendere decisioni basate su dati oggettivi e principi etici, anche quando queste decisioni possono risultare impopolari.

Questo richiede coraggio, certamente, ma è l’unica strada per raggiungere un successo autentico e sostenibile. Essere empatici è importante, ma non a discapito della responsabilità e dell’efficacia.

Quali consigli dare?

Ai titolari di impresa, ai dirigenti e ai manager che il vostro ruolo è creare valore. Cercate pertanto di circondarvi di persone che hanno il coraggio di dirvi la verità, chiedete loro pareri e risposte franche e oneste, e lasciate andare chi cerca di compiacervi per avere un briciolo di potere o considerazione in più. Prenderete decisioni più sagge ed efficaci.

La leva dell’autorevolezza, o meglio della competenza, agisce su principi etici, sulla capacità decisionale e sulla capacità di riflettere… ma soprattutto sulla capacità di raccogliere dati concreti e seri da analizzare.

Ai consulenti, di conseguenza, di diffidare di chi evita il confronto ma cerca di portarvi solamente dalla loro parte.

Non abbiate timore di dare il vostro contributo, serio e competente, per paura di terminare prematuramente una collaborazione. Mi raccomando, con rispetto ma senza andare oltre per piacere a tutti i costi. Ne andrà della vostra autorevolezza.

”Il medico pietoso fa andare la gamba in cancrena” diceva mia nonna prendendo spunto da un antico proverbio popolare. Credo avesse ragione.

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Aggiornato il 06-10-2024

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