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Società e Persone | di Sbertani

Ignoranza e arroganza: un equilibrio precario spesso distruttivo sul posto di lavoro

L'affermazione "Ignoranza e arroganza: l’ignoranza è legittima mentre l’arroganza dell’ignorante è inaccettabile" sembra racchiudere in sé un equivoco interessante che vale la pena approfondire.

Se da un lato troviamo l'ignoranza che, pur non essendo una virtù, viene considerata in qualche modo "legittima", dall'altro troviamo l'arroganza, un comportamento certamente dannoso.

Per comprendere meglio questo concetto dobbiamo partire dal distinguere l’ignoranza in due distinte tipologie:

Ignoranza involontaria: una mancanza di conoscenza che non dipende da una scelta o da una negligenza individuale. Può essere causata, per esempio, dalla mancanza di accesso all'istruzione o semplicemente dalla giovane età. In questo caso, l'ignoranza è perdonabile e non comporta necessariamente un giudizio negativo sulla persona. Da qui possiamo capire perché venga tollerata tanto dall’essere definita, nella definizione, come “legittima”.

Ignoranza volontaria: l'individuo sceglie di rimanere ignorante su un determinato argomento, spesso per pigrizia, disinteresse o pregiudizio. Questa scelta, consapevole, di non informarsi o di non ampliare le proprie conoscenze è ciò che la rende arrogante e inaccettabile.

Cercando di fare un passo avanti nel nostro ragionamento, l'arroganza si manifesta in diverse forme:

Presunzione: l’ignorante arrogante tende a sopravvalutare le proprie conoscenze e a sottovalutare quelle degli altri. Si sente in diritto di esprimere opinioni su qualsiasi argomento, anche se non ne ha le competenze, e tende a liquidare le idee altrui con sufficienza.

Rigidità mentale: l'ignorante arrogante è restio a cambiare idea o ad accettare nuove informazioni che potrebbero mettere in discussione le sue convinzioni precostituite. Si aggrappa alle proprie opinioni con tenacia, anche di fronte a prove evidenti del contrario.

Aggressività: l’ignorante arrogante può reagire con aggressività quando viene messo in discussione o quando le sue idee vengono criticate. Può ricorrere a insulti, attacchi personali o addirittura minacce per difendere le proprie convinzioni.

A complicare il tutto, la preparazione o l’esperienza generale su specifici temi può dare l’illusione di essere preparati su qualsiasi altro argomento generando un corto circuito esplosivo.

Diventa evidente come l’arroganza dell'ignorante sia un problema mica da poco, perché ostacola il dialogo e quindi la crescita personale. Ci impedisce di imparare e ampliare la nostra conoscenza, creando tensioni e conflitti deleteri soprattutto nelle piccole comunità o nei luoghi di lavoro. Soprattutto se le persone tendono a imporre le proprie idee con prepotenza.

L’ignoranza può essere un punto di partenza per la crescita e l'apprendimento se in assenza dell’arroganza? Certamente si.

L’affermazione iniziale, che mi ha fatto molto riflettere (ovviamente chi volesse approfondire l’argomento può trovare molta letteratura a riguardo), ci dovrebbe invitare, con onestà intellettuale, a pensare al delicato equilibrio tra ignoranza e conoscenza.

L'ignoranza involontaria è perdonabile, mentre l'arroganza dell'ignorante è un comportamento dannoso che ostacola il dialogo, lo sviluppo e la crescita. Ancor di più in presenza di malafede o se utilizzata come arma di difesa.

E' invece fondamentale riconoscere i propri limiti e aprirsi al sapere, per poter crescere come individui, come società, sul posto di lavoro o nella vita in generale. Guadagnando anche il rispetto delle persone e il loro riconoscimento. Le persone ci guardano, ricordiamocelo.

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Aggiornato il 21-06-2024

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