logo Ufficiomarketing.it
MENU

Vita delle associazioni | Post di Sbertani

Cause ed effetti di chi vuole sempre avere ragione: la Sindrome di Aristotele

In effetti è un serio problema, forse il peggiore che ci possa capitare quando dobbiamo confrontarci con altre persone, che siano colleghi o dipendenti. Conosciuta come "Sindrome di Aristotele", viene tipicamente citata per definire quelle persone che, oltre a volere sempre avere ragione, sono affetti da un senso di superiorità su tutto e tutti.

Chi ne è affetto presenta generalmente i seguenti “sintomi”.
Innanzitutto sono convinti di saper tutto e sentono il dovere di primeggiare in qualsiasi discussione. Questo li porta, di conseguenza, a mancare nella fase di ascolto, perdendo così tutta una serie di dati e informazioni che potrebbero risultare fondamentali per una costruzione onesta ed obiettiva di un ragionamento o di un pensiero.

Nella Sindrome di Aristotele questa superiorità riguarda aspetti legati alla conoscenza e alla competenza: per questo motivo diventa un grosso problema quando interagiscono all'interno di organizzazioni economiche. Se nelle imprese il titolare ha comunque sempre voce in capitolo attraverso quella responsabilità che da diritto ad orientare le scelte, in altri ambiti come nelle associazioni, nelle cooperative, in piccoli team omogenei o in ambito più familiare questi soggetti narcisisti possono diventare un grosso problema in quanto capaci di condizionare.

Con lo scopo di primeggiare ad ogni costo, tendono a coinvolgere altri soggetti tendenzialmente deboli o poco preparati sulle materie del contendere con lo scopo di ottenere supporto. Questo di solito avviene attraverso un approccio martellante ad oltranza per ottenere riconosciuta la propria ragione e quindi affermare la propria superiorità. In caso di mancato riconoscimento, tendono ad innestare polemica, criticare ogni pensiero altrui a prescindere, fino ad arrivare all'arroganza e al litigio. Il degenerare è chiaramente un atteggiamento difensivo che nasce in virtù delle proprie evidenti carenze.

La conseguenza è l'abbandono da parte degli altri interlocutori che trovano, a quel punto, come unica soluzione lasciare le discussioni, allontanandosi progressivamente per occuparsi di altro. Queste spaccature col tempo diventano insanabili generando danni concreti, specialmente quando gli argomenti del contendere necessitano invece di un'obiettiva e incondizionata analisi condivisa per poter adottare con serenità eventuali strategie di reazione.

Ci sarebbe da dire che una caratteristica di chi è portatore di questo atteggiamento è l’inconsapevolezza. Non se ne rendono conto e pertanto perseverano nel ripetete compulsivamente il loro pensiero, senza valutare le possibilità che questo possa essere sbagliato. Tutto ciò porta a non avere delle buone e sincere relazioni ma soprattutto a non progredire facendo evolvere il proprio pensiero.

Alcuni tipici campanelli d'allarme sono:
- senso di superiorità a prescindere;
- ossessione nel voler sapere tutto;
- mania di dover eccellere in qualsiasi discorso, sostenendo di avere fatto qualsiasi esperienza prima degli altri;
- incapacità di mediazione;
- aggressività verbale e tendenza a polemizzare;
- diffidenza e incapacità nel valutare il proprio interlocutore;
- nel caso di un problema scaricano la responsabilità.

Come difendersi?
Innanzitutto è importante saperle indentificare per disinnescare eventuali strategie finalizzate a creare fronti contrapposti che minerebbero la sostenibilità di un gruppo. Questa sensibilità permette all'imprenditore di proteggere il proprio team dal prendere decisioni viziate da personalismi che potrebbero, alla lunga, risultare evidentemente nefaste. Diventa pertanto fondamentale puntare sulle reali competenze e su evidenze tangibili capaci di dare prova della verità e della sussistenza di una posizione o di una idea piuttosto che un'altra.

Infine è necessario lavorare sulla persona narcisista attraverso la "persuasione". Poiché le persone con queste caratteristiche tendono a contrastare le idee di tutti ma non le loro, lavorare sulla condivisione di un obiettivo, piuttosto che contraddire una loro tesi, potrebbe portare ad un progressivo ridimensionamento.


Letture: 4885 | Allegati: 0 | Commenti: 1
Aggiornato il 11-02-2023

Commento di Sbertani

Mi hanno chiesto perché si chiama "Sindrome di Aristotele". Si fa riferimento al fatto che Aristotele fu allievo di Platone, ma nonostante inizialmente i due avessero una grande stima reciproca, ad un certo punto Aristotele prese le distanze dal suo maestro fino ad arrivare al punto di affermare che i suoi discorsi mancavano di fondamento. Di conseguenza la cultura popolare ha attribuito a questi atteggiamenti di superiorità, e nello specifico al voler avere sempre ragione, il nome "Sindrome di Aristotele".

Pubblicato il 11-02-2023

Post per Categoria

Segui Ufficiomarketing.it sui social