logo Ufficiomarketing.it
MENU

Grafica e immagine | Post di Sbertani

RGB o CMYK: quale metodo colore scegliere per la stampa e i prodotti digitali

Conoscere la differenza tra RGB e CMYK è fondamentale quando si lavora nel marketing. Innanzitutto perché sono aspetti che ci permettono di gestire i rapporti con i nostri fornitori anche se non ci occupiamo direttamente della realizzazione dei file grafici. Inoltre, aspetto non del tutto secondario, in quanto incidono nettamente sul risultato finale, ed è importante pertanto saperli "controllare".

Quando parliamo di RGB e di CMYK indichiamo, cercando di semplificare, due sigle che indicano i colori base che andremo ad utilizzare, mescolandoli, per realizzare i soggetti grafici. Nel dettaglio:

RGB: rosso, verde e blu (Red, Green, Blu)
CMYK: ciano, magenta, giallo e nero (Cyan, Magenta, Yellow, Key black)

Mescolando questi colori, i software generano tutti i colori che abbiamo bisogno. RGB e CMYK sono pertanto dei metodi colore attraverso i quali i diversi colori vengono identificati, replicati con precisione, quindi riprodotti su stampa e video. Risulta pertanto evidente come, quando iniziamo un nuovo progetto, una delle cose a fare è scegliere con quale "metodo colore" lavorare.

La differenza tra i due metodi risiede nella modalità attraverso a quale vengono creati i colori derivati. Nel caso dell'RGB (detto tricromia), viene utilizzato un procedimento denominato "additivo" attraverso il quale vengono sommate le differenti percentuali di luminosità di ogni singoli colore base per ottenere tutti gli altri. In pratica sommando la luminosità portata al 100% di rosso, al 100% di verde e al 100% di blu ci mostra come risultato il bianco, tipicamente quando, partendo da uno sfondo nero, i colori sono generati dai pixel luminosi del nostro monitor e TV. Nel caso del CMYK (detto quadricromia), viene invece utilizzato un procedimento denominato "sottrattivo" in quanto il colore risultante si ottiene a partire dalla differenza di percentuale di luminosità dei quattro colori.

La differenza sostanziale tra i due metodi risiede nel fatto che i colori generati con metodo RGB risultano più vivaci e con una gamma di colori è molto più ampia, mentre il metodo CMYK presenta colori più spenti e una gamma più ristretta. Se il progetto grafico è pertanto destinato per un uso digitale (sito web, social eccetera) è sicuramente indicato realizzare le grafiche in RGB, mentre nel caso di stampa su carta in CMYK.

Passare da un metodo colore ad un altro è relativamente semplice ma il risultato non è sempre apprezzabile: per esempio, convertendo un file dall'RGB al CMYK è facile scoprire in fase di stampa come alcuni colori risultino "imbruniti" e con una dominanza rossastra. Di conseguenza, per garantire la massima corrispondenza tra il prodotto stampato e la corrispondente campagna digitale, è meglio partire dal formato CMYK (scegliendo i colori e valutando se la resa corrisponde ai nostri desiderata) e solo dopo convertire in RGB per generare i soggetti da visualizzare a monitor.

Attenzione, se inviamo per la stampa un documento realizzato in RGB, ragionevolmente lo stampatore provvederà in automatico a convertirlo, specialmente nel caso di utilizzo di stampanti professionali. Per non sbagliare, chiedete sempre le specifiche tecniche per la realizzazione dei file grafici. Ne va del risultato finale.

Se poi necessitassimo di utilizzare un colore specifico e molto preciso, possiamo sempre aggiungere al file CMYK un colore "Pantone" che, caratterizzato da un numero identificativo univoco, ci permette di ottenere una corrispondenza perfetta. Parleremo pertanto di stampe a cinque o più colori. Ovviamente potremo utilizzare anche solo "pantoni", a seconda delle nostre specifiche necessità e budget, per esempio nel caso di stampe a uno o due colori.


Letture: 302 | Allegati: 0 | Commenti: 0
Aggiornato il 22-11-2022

Post per Categoria

Segui Ufficiomarketing.it sui social